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Autonomia del Veneto

Per l'attuazione dell'art. 116,
terzo comma, della Costituzione

LETTERA DEL PRESIDENTE ZAIA AL GAZZETTINO, “NON È IL MOMENTO DI PERDERE FIDUCIA VERSO L’AUTONOMIA”

28 settembre 2023

Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, all’indomani della pubblicazione di un interessante sondaggio sull’autonomia, ha scritto la seguente lettera al Gazzettino. È stata pubblicata oggi a pagina 11 del quotidiano.

Caro Direttore,

sono ottanta su cento i Veneti che continuano a volere l’autonomia differenziata e sono convinti che in essa sia la vera riforma per questo Paese. Il sondaggio, pubblicato dal Gazzettino, dice che si riconoscono in tutti i partiti e schieramenti. Stupirebbe il contrario perché già il referendum consultivo del 2017 con oltre il 98% dei voti favorevoli sancì chiaramente che non era l’iniziativa di una parte politica ma l’aspirazione del popolo di un’intera regione.

Non meraviglia nemmeno che siano una minoranza coloro che vedono nell’autonomia differenziata un processo rischioso per l’unità nazionale. Mai come oggi la conoscenza è a portata di mano di chiunque, infatti, e tutti possono valutare come gli stati che da sempre sono ammirati per la loro forte coesione nazionale abbiano alla base una composizione assolutamente rispettosa delle autonomie o federalista. Penso agli Stati Uniti d’America, alla Germania, alla Svizzera, alla Spagna, anche alla Gran Bretagna.

Il vero allarme, però, arriva da un dato: continua inesorabilmente a crescere il numero dei cittadini che teme che la riforma non arriverà mai. In pochi anni si è ingigantito. Oggi, sono 67 persone su 100 quelle che, ormai, considerano l’autonomia del Veneto una chimera. Un dato, questo sì, che dovrebbe suonare come sintomo di un pericolo. Non per chi è impegnato a portare a casa l’autonomia e, come me, non ha dubbi che sarà una realtà, ma per le Istituzioni. Qualcuno potrà attribuirsi come un punto a favore la mancanza di fiducia dei sostenitori dell’autonomia verso l’esito positivo di questo cammino, ma, invece, c’è il rischio grave sia solo l’ennesima sconfitta delle Istituzioni e della politica. O meglio: di quella politica che ignora la reale volontà del cittadino. Cittadino che forma quel popolo a cui il primo articolo della Carta Costituzionale attribuisce la Sovranità chiamandolo ad esercitarla nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa.  Cosa hanno fatto fino ad oggi i Veneti se non rimanere rigorosamente all’interno del recinto del dettato costituzionale, se non richiedere legittimamente quello che la Carta garantisce, a chiare lettere, non come un privilegio per loro ma come diritto di tutte le Regioni?

Fermiamoci a riflettere. Si dice spesso come un mantra che la nostra Costituzione è la più bella del mondo; se ci crediamo dobbiamo dimostrarlo fino in fondo. Oggi, con questo Esecutivo, siamo arrivati a un Disegno di Legge il cui percorso sta proseguendo grazie al grande lavoro del ministro Calderoli. Da quando il Governo si è messo al lavoro in questa direzione non sono mancate contestazioni politiche accese, come è naturale, ma non è stato possibile a nessuno obiettare nulla dal punto di vista costituzionale. Per quanto riguarda le disuguaglianze, la stessa partita dei Lep che sembrava insormontabile, continua ad essere sul tavolo di lavoro.

L’autonomia è un concetto di modernità e tutte le innovazioni vere o si abbracciano per scelta o se ne viene travolti. Giorgio Napolitano, scomparso nei giorni scorsi, da Presidente della Repubblica la ha definita “vera assunzione di responsabilità”. E’ l’unica strada per portare il Paese da un medioevo, mummificato e devastante, verso un rinascimento che ci permetta di guardare al futuro con modernità.   Non si tratta di accontentare il Nord ma di dare voce alla foresta che cresce di quel popolo che in tutto il paese non ha voce. Di riconoscere veramente ai cittadini il loro ruolo nel valutare con serietà i propri amministratori e nel pretendere, con dati alla mano, servizi uguali da Nord a Sud.

Il costituzionalista Sabino Cassese, presidente del Clep, si è augurato che il regionalismo italiano possa colmare questa lacuna, mai affrontata prima, ricercando un regionalismo cooperativo e guardando al modello dei lander tedeschi. Un modello, aggiungo io, che ha consentito con successo l’unificazione delle due Germanie ossia il superamento di una situazione sociale ed economica fortemente critica di una vasta parte di quel paese. I Tedeschi hanno vinto una sfida in cui hanno creduto fino in fondo.

Difendere il centralismo significa non avere capito dov’è il futuro. Significa difendere il paese a due velocità che ha devastato il tessuto nazionale. Il Paese è come lo vediamo oggi a causa del centralismo, non dell’autonomia che non è ancora mai stata applicata.

L’autonomia è la vera chance per questo paese, la grande pagina di storia che questo Governo può scrivere e non lasciare che siano altri a farlo. Senza un’assunzione vera di responsabilità, evitando di ridisegnare il paese su un modello federalista più rispettoso dei bisogni dei cittadini, dei diritti sociali e civili, di questo passo, finirà che si portano i libri in tribunale.

Per il Veneto non è questo il momento per smettere di credere nell’autonomia.

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