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Autonomia del Veneto

Per l'attuazione dell'art. 116,
terzo comma, della Costituzione

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Finanza territoriale

Molto si è discusso e si discute sulla possibilità che il federalismo differenziato possa modificare il residuo fiscale. Ma cos’è il residuo fiscale? Il residuo fiscale regionale è costituito dal saldo tra spese ed entrate del settore pubblico riferite a ciascuna regione, e rappresenta la differenza tra quanto una regione riceve dal sistema pubblico in termini di spesa (trasferimenti ed altre forme di intervento) e quanto versa in termini di tributi o altre forme di entrate pubbliche.

In un paese dualistico come l’Italia, caratterizzato da un divario dei redditi tra le varie aree del Paese, l’intervento statale volto a ripartire i flussi finanziari di entrata e spesa in modo diverso da come si realizzano con l’iniziale incasso regionale delle risorse (cd. redistribuzione o perequazione) costituisce un elemento di valenza costituzionale non in discussione. 

Allo stesso tempo, tuttavia, è necessario che tale redistribuzione sia conosciuta e quantificata attentamente, affinché sia possibile esprimere valutazioni sulla sua congruità ed equità.  Per tale ragione i processi attuativi del federalismo e dell’autonomia differenziata necessitano di una base informativa sull’attuale livelli di finanziamento, di spesa e redistribuzione del sistema pubblico nelle diverse regioni.

Il sistema di finanza pubblica italiano è caratterizzato da un sistema di governo con diversi gradi di autonomia, un ruolo determinante della spesa diretta dello Stato ed un complesso e poco trasparente sistema di trasferimenti intergovernativi: ciò non agevola la rilevazione immediata del grado di redistribuzione delle risorse presente nel Paese.
Da questo punto di vista, il residuo fiscale, indicatore sintetico della redistribuzione interregionale operata dal sistema pubblico, dato dalla differenza tra le spese pubbliche impiegate a favore di una regione (intesa come territorio) e le entrate pubbliche versate nella regione medesima, rappresenta un utile strumento di analisi.

I dati del residuo fiscale regionale, calcolato per il complesso delle amministrazioni pubbliche , confermano un rilevante apporto redistributivo del sistema pubblico territoriale del Veneto a favore di altre regioni. Nel periodo 2015-2019, il residuo fiscale medio del Veneto è pari a -18,7 miliardi (– 3.819 euro pro-capite). Come detto il segno negativo significa che le spese pagate (ed i relativi benefici per i residenti) dalle amministrazioni pubbliche del Veneto sono inferiori alle entrate incassate). Il valore assoluto di -18,7 miliardi costituisce il 12% del PIL; in altri termini il reddito “disponibile” per il Veneto si riduce del 12% (passando da 32,7 miliardi a 28,9 miliardi) rispetto a quello prodotto nella Regione, per l’intervento del sistema redistributivo (implicito ed esplicito) del sistema pubblico, misurato appunto dal residuo fiscale. Le altre Regioni che maggiormente contribuiscono alla redistribuzione territoriale sono Lombardia, Emilia e P.A. di Bolzano, Lazio e Piemonte.

Residui fiscali regionali (2015-2019, milioni di euro)

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Residui fiscali regionali (valori medi pro capite 2015-2019, euro)

PIL e residui fiscali regionali (valori medi pro capite 2015-2019)

PIL e residui fiscali regionali (valori medi pro capite 2015-2019, euro)

L’effetto redistributivo a carico del Veneto è confermato dai dati più recenti sulla spesa regionalizzata del bilancio dello Stato: tale spesa, nel Veneto, rimane nel periodo 2016-2020 stabilmente nella parte bassa della graduatoria, sia in termini pro-capite (3.696 euro), che in rapporto al PIL (11,3%).

Spesa statale regionalizzata (media annui anni 2016-2020, valori pro capite, euro)

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Spesa statale regionalizzata (media annui anni 2016-2020, valori pro capite, % del PIL)

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